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6.7.15

La primavera a fumetti di giopep


E rieccomi qua, cinque mesi dopo l'ultima volta, a mettere in fila tutta la roba a fumetti che ho letto nel frattempo, ovviamente senza ricordarmi più nulla, se non qualche immagine vaga, lampi, cose così. Questa volta si tratta per lo più di roba americana e/o francese, cose che ho acquistato qui a Parigi o magari durante la trasferta della GDC 2015. In teoria ci sarebbero anche un po' di fumetti Marvel, dato che ultimamente mi sono rimesso a leggere in maniera abbondante su Marvel Unlimited, ma alla fin fine è tutto un grosso minestrone e figuriamoci se riesco a ricordarmi in maniera dignitosa come vadano le cose lì.

Con il cuore a Kobane ****
Lo Zerocalcare delle strisce mi fa sempre ridere molto meno di quanto vorrei e quello dei volumi raramente mi convince fino in fondo, però, ehi, quando mi sembra che una cosa gli sia venuta bene, beh, diciamolo. Il suo reportage sul viaggio a Kobane l'ho letto con immane ritardo, dopo essere tornato dalla GDC, ne scrivo con ritardo ancora più grande e mi chiedo a chi possa servire leggerne oggi. Ma insomma, tanto non è che stia dicendo molto di utile, al riguardo. Comunque, la versione cartacea che ho io, se ho capito bene, è stra-esaurita, ma si può recuperare in digitale

Powers: Bureau #2: "Icons" **** 
Mh, non saprei indicare cosa non vada di preciso, ma c'è qualcosa che non riesce a convincermi fino in fondo, in questa seconda vita di Powers. Intendiamoci, è sempre una lettura molto piacevole e visivamente spettacolare, ma mi sembra abbia perso un po' d'impeto. È solo un problema mio? Ma fra l'altro, il telefilm com'è?

Trees #1: "In Shadow" ****
Un'invasione di alberi da un altro mondo, o qualcosa del genere, scritta dal sempre ottimo Warren Ellis, che ultimamente è un po' passato di moda ma, insomma, non s'è rincoglionito come altri (ciao Frank Miller). In un certo senso, sembra quasi applicare il modello della storia di zombi media a un'invasione aliena: gli invasori, tecnicamente, ci sono e hanno piantato su un casino, ma non li vediamo e vengono esplorati soprattutto gli effetti che il loro arrivo hanno scatenato sull'umanità. Il mistero di fondo è abbastanza intrigante, sono curioso di scoprire dove voglia andare a parare.

Kingsman: The Secret Service ****
Il solito Mark Millar: divertente, originale, brutale, sboccato, scorretto e con una voglia matta di fare l'anticonformista. Per certi versi m'è piaciuto più del film ma nel complesso, come il film, non mi ha convinto fino in fondo.

Outcast #1: "A Darkness Surrounds Him" ****
Outcast, vale a dire la nuova serie di Robert Kirkman della quale sono già stati acquisiti i diritti per una serie TV che non avrà mai il successo di The Walking Dead. Almeno credo. Comunque, si parla di possessioni demoniache, o almeno così sembrerebbe, ma la faccenda è molto più complicata di un semplice Pazuzu infilato nella bambina di turno. Ci sono cospirazioni, associazioni, tribolazioni. L'atmosfera è bella intrigante, ma succede ancora troppo poco per farmi un'idea concreta.

Sex Criminals #1: "One Weird Trick" ****
Sex Criminals #2: "Two Worlds, One Cop" ****
Mi sa che non sono un fan sfegatato di Matt Fraction, perché questa serie, per quanto indubbiamente intrigante per idee e tematiche, non mi ha fatto innamorare fino in fondo. Sicuramente sono curioso di capire dove andrà a parare, visto che continua a rilanciare con svolte sempre più fuori di cozza, però, non saprei, in un certo senso mi fa un po' l'effetto di Mark Millar, quell'ansia da gioco al rialzo continuo a tutti i costi un po' forzato.

Low #1: "The Delirium of Hope" *****
Shutter #1: "Wanderlust" ***** 
Questi li metto assieme non tanto perché siano collegati, quanto perché sono entrambi portatori sani (assieme a Saga e Black Science, che non a caso menziono là sotto), di una sorta di corrente esplosa negli ultimi tempi all'interno del fumetto americano: quella della fantasia! Pare incredibile ma gli americani si sono improvvisamente (nuovamente) accorti del fatto che è possibile utilizzare i fumetti per inventare mondi totalmente lontani, fuori di testa, fantasiosi, originali ed evocativi sul piano visivo, davvero "altri" e affascinanti, a prescindere poi da cos'è che vadano a raccontare. Nel caso specifico, Low racconta una storia nella sostanza abbastanza ordinaria, fatta di regni sommersi, divisione sociale, rabbia e vendette, ma con una protagonista affascinante, un gran bel ritmo, la forza di saper piazzare nel modo giusto i cliffhanger e tutte quelle cose che ho detto qua sopra. Shutter, invece, è completamente fuori di testa in tutto quel che racconta, anzi, quasi più in quello e nei personaggi protagonisti che nell'ambientazione, che in fondo è e rimane un pianeta Terra quasi normale. Quasi. Comunque, sono due fumettoni. E uno l'ha scritto Rick Remender. Che mi sa che mi piace più di Matt Fraction.

Petites coupures à Shioguni ****
Un racconto urbano, brutale, fascinoso e polveroso, ambientato in Giappone e raccontato e illustrato attraverso un miscuglio narrativo e visivo che unisce oriente e occidente in maniera fortissima e affascinante. Onestamente, il racconto in sé l'ho trovato un po' insipido, ma lo sforzo creativo che impregna ogni singola pagina è roba che merita davvero. Non credo esista un'edizione italiana e fra l'altro me la immagino piuttosto complessa da realizzare, visto il modo in cui sono assemblate le tavole, ma vai a sapere.

L'arabo del futuro (L'Arabe du futur) *****
Anche questo l'ho letto in francese, grazie a una pescata un po' a caso di quelle che ogni tanto faccio nella fumetteria vicino a casa. Ma di questo so che esiste una versione italiana, pubblicata da Rizzoli Lizard. Si tratta del primo volume di tre (e questo l'ho scoperto solo dopo essere arrivato alla fine... groan... ), che vanno a comporre l'autobiografia di Riad Sattouf e il racconto della sua vita vissuta gironzolando tra Europa, Libia e Siria. Con un tono molto leggero, Sattouf racconta la propria infanzia, il rapporto con il padre e le sue fissazioni, le difficoltà a integrarsi e tutta una serie di piccoli episodi che permettono di lanciare uno sguardo su situazioni e culture per noi lontanissime. Davvero bello.

Quelli che ne ho scritto o parlato altrove e quindi metto il link ad altrove
Gabriel Knight: The Temptation ***
Hotline Miami 2: Wrong Number Digital Comic ***
The Walking Dead #23: "Whispers into Screams" *****

Quelli che ho scritto in altre occasioni dei numeri precedenti e non ho niente da aggiungere e mi limito quindi a metterli qua in fila con le stelline che mi ero appuntato 
American Vampire #6 ****, Black Science #2: "Welcome, Nowhere" *****, Deadly Class #2: "1988 - Kids of the Black Hole" *****, Fairest: In all the Land ****, Saga #4 *****

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