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21.11.14

The Divine Move


Sin-ui Hansu (Corea del Sud, 2014)
di Beom-gu Cho
con Kil-Kang Ahn, Sung-kee Ahn, Choi Jin-Hyuk 

Mi sono presentato in sala per The Divine Move non sapendo bene cosa aspettarmi (Un film d'azione basato sul go? Wat?) e ne sono uscito urlando FILM FIGATISSIMA e decidendo che per me il festival del cinema coreano di quest'anno si doveva chiudere qui, su questa nota d'esaltamento. Cose che capitano. Comunque, sì, The Divine Move è esattamente quella cosa lì: un film sul go, sulle pizze in faccia e sulle coltellate in pancia. È anche un film privo di vergogna, che si prende brutalmente sul serio - pur senza rinunciare a qualche gag - nell'utilizzare personaggi come il giocatore di go cieco, quello con un uncino al posto della mano e il bambino fenomeno, ma in fondo è divertente anche per questo. Racconta di un professionista del go un po' sfigato che viene invischiato dal fratello nel mondo del gioco d'azzardo e finisce per questo malissimo, ma s'incazza a morte e torna with a vengeance. E da lì diventa quindi una specie di mix fra l'heist movie in stile Ocean's Eleven, con la banda di tipi pittoreschi messa assieme per piantarla in quel posto ai cattivoni all'insegna dello stile da gran signori. Però col go. E con delle scene d'azione spettacolari, brutali, in cui è difficile non notare almeno un po' d'influenza da parte di The Raid. E con un montaggio di allenamento esaltante in stile Rocky che alterna partite a go e cazzotti FORTISSIMI. In prigione. È meraviglioso.

Da un certo punto di vista, lo si potrebbe descrivere come una specie di Casino Royale con il go al posto del texas hold'em, in cui però le scene d'azione sono molto più spettacolari e brutali e nel quale - trattandosi di cinema orientale - non si perde tempo a far gli spiegoni sulle regole del gioco. Fra gli apetti più affascinanti del film, per altro, c'è il modo in cui il racconto è totalmente immerso nella disciplina di cui parla. The Divine Move non è semplicemente un film di pizze in faccia la cui trama sfrutta il go come fumoso pretesto, tutt'altro. Ci sono diverse partite al centro dell'azione, tutte raccontate in maniera assurdamente efficace e capaci di coinvolgermi nonostante, di fatto, io non capisca una sega di go e mi rendessi conto di come stavano procedendo le cose solo sulla base della messa in scena. Cosa che, per altro, è un risultato mica da ridere. Poi, certo, non ho idea di quanto siano realistiche, ma posso dire che il regista, presente in sala, ha sottolineato di essersi avvalso della consulenza di giocatori professionisti (ed essersi beccato qualche critica per la luce negativa che il film getta sul mondo del Go).

E mica finisce qui: tutto il film è diviso in capitoli i cui titoli riflettono le diverse fasi di una partita a go e gli stessi personaggi si punzecchiano spesso facendo paralleli con mosse e situazioni tipiche della disciplina. Insomma, The Divine Move è un film assolutamente godibile e divertente anche per chi non sa nulla di go, ma se conosci l'argomento, a occhio, mi sa che ti diverti il doppio. Se invece non lo conosci, ti godi comunque una bombetta dal gran ritmo, seppur forse con un breve momento di stanca subito prima del gran finale, che si porta in dote la solita estetica vibrante da film di genere coreano e con due o tre scene d'azione spettacolari, brutali, violente, che ti fan venire voglia di saltellare tutto contento sul seggiolino del cinema. Apposto.

Il film ha riscosso un discreto successo in patria, è stato distribuito negli iuessei (e in Canada!) e si sta girando un po' di festival europei. Quindi, tutto sommato, dovrebbe essere reperibile.

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