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21.10.13

Baguette-o-pep


Cose che ho notato nel corso delle mie prime due settimane da parigino.

Mi tocca ripetermi, ma davvero, arrivando da due anni e mezzo di vita in quella specie di paradiso urbano che è Monaco di Baviera (magari ne riparliamo in un altro post), spostarmi a Parigi è un po' come tornare a Milano. Si fa per dire, eh, ma in tanti aspetti la sensazione è proprio di ritorno a quel genere di città. Di ritorno a casa, se vuoi. Intanto, il casino: ci sono delle belle e grosse oasi di silenzio, eh, per carità, ma basta che svolti a destra due volte di troppo o che cammini per un paio di isolati e ti ritrovi nel caos, nella sporcizia e circondato da simpatici angoli che puzzano di piscio, tanto per le strade quanto in metropolitana. I bagni pubblici per strada, però, sono sorprendentemente puliti. Si puliscono da soli! È magia.

Il traffico e il rumore sanno essere allucinanti, ben più che a Milano, in una maniera che a Monaco ho visto forse solo durante l'Oktoberfest, nel relativo quartiere (e perlomeno in quel caso ero ubriaco). Poi, ripeto, ci sono zone molto tranquille (come ci sono a Milano), ma quando Parigi vuole la fare la metropoli sporca e casinista, beh, è brava per davvero. L'impatto definitivo col traffico, poi, è arrivato quando siamo tornati a Monaco per prelevare le gatte e da lì ci siamo spostati a Parigi in macchina: per raggiungere casa nostra (arrondissement numero otto) abbiamo fatto più coda in un'oretta di quanta ne abbia fatta a Monaco in due anni e mezzo. Ah, for the record, non ho una macchina da tanti anni, ma a Monaco mi capitava di usarne tramite car sharing.

Chiaramente, anche sulla base di quanto detto sopra, a Parigi non c'è l'aria pulita da paesino di montagna che si respira a Monaco. Ma, insomma, non che me lo aspettassi. In compenso, a parità di stagione, sembra fare mediamente più caldo (d'altra parte non siamo più in montagna). In compenso la "stabilità" atmosferica sembra molto simile a quella bavarese: se c'è un singolo lato negativo di Monaco è il fatto che non sai mai che tempo ci sarà e nel corso della stessa giornata passi dallo startene in canotta la mattina all'afferrare felpa e ombrello per ora di pranzo e poi costume da bagno dopo le tre. Ecco, siamo a Parigi da due settimane e non si tratta certo di un campione affidabile, però non credo ci sia stato un singolo giorno in cui non abbia piovuto almeno un po'.

Rispetto a Milano, va detto, c'è una grossa differenza. Parigi, pur con tutto il bordello, il casino, lo smog, lo sporco, è una bella città. Nel senso che alzi lo sguardo e vedi dei begli edifici, delle case che ti fanno esprimere un punto esclamativo, dell'architettura affascinante. Capita anche a Milano, intendiamoci, ma devi cercare con un po' più di attenzione. Per altro pure Monaco è bella assai. Così, per dire. In tutto questo, abbiamo trovato casa in una via molto tranquilla, nonostante sia a due passi da un'arteria super casinista e dalla ferrovia, e in una zona in cui c'è più o meno tutto quello che può servire, raggiungibile a piedi nel giro di cinque minuti, fra veterinario, ristoranti assortiti, negozi, grandi catene e pure la piazza col multisala grosso. La cosa è ottima soprattutto perché, nell'adorabilmente vivibile Monaco, sotto questo punto di vista mi ero abituato molto bene e non era assolutamente scontato spostarsi a Parigi e ritrovarsi in un posto in cui quasi tutto è a portata senza dover prendere i mezzi.

Mezzi che, per inciso, sono stra-capillari e, mi sembra, anche abbastanza efficienti, quando non colpiti da scioperi che sono in effetti abbastanza frequenti, oltre che un altro elemento di quelli "sono tornato a Milano". Alcuni treni sono molto moderni, puliti e con l'aria condizionata. Altri sono dei carri bestiame. Il collegamento con l'aeroporto è gestito tramite due treni diversi e diciamo che è uno è preferibile all'altro. L'aeroporto lo odio. La gente in metropolitana fa casino, non c'è esattamente quell'attenzione a non rompere le palle al prossimo tuo (ubriachi e tifosi di calcio esclusi) che si respira a Monaco. Più in generale, il comportamento delle persone mi sembra molto più italiano che tedesco, cosa che ovviamente ha i suoi pro e i suoi contro. Però, insomma, io ero molto orgoglioso del fatto che a Milano, pur con molta calma e fatte le dovute eccezioni, fossimo riusciti a capire che rallentare quando qualcuno sta attraversando sulle strisce e levarsi dalle palle tenendo la destra sulla scala mobile per far passare la gente possono essere gesti carini. A volte, perfino, si lasciano scendere le persone prima di salire sul treno in metropolitana. Qua a Parigi diciamo che mi sembra tutto un po' più anarchico. L'approccio all'attraversamento pedonale, in particolare, è una sfida al destino: se il semaforo dice rosso, innanzitutto ci si butta in strada e si comincia ad attraversare, poi si procede a braccio. A Monaco, se attraversi col rosso, i bambini ti guardano come se avessi rubato loro un giocattolo e i poliziotti minacciano multe. Oh, poi, gusti.

Affacciandomi alla finestra sul retro ho scoperto che G.I. Joe non è un documentario.

Vado in giro e non mi piacciono le facce che vedo. Le trovo proprio mediamente brutte e antipatiche, anche se mi rendo conto che la cosa è pure un po' figlia dell'abitudine e del condizionamento culturale. In compenso c'è una discreta quantità di belle figliole, cosa che fa sempre piacere quando vai in giro, anche se già mi mancano le bionde bavaresi. Su come sia la gente non credo di avere ancora elementi a sufficienza per esprimermi. Posso dire che i vicini di casa che ho intravisto mi sembrano amichevoli e in generale quasi tutte le persone con cui ho avuto a che fare, tra padrone di casa, negozianti, ristoratori, commessi e quant'altro, le ho trovate estremamente gentili e disponibili. Mi sembra anche che in giro per negozi si faccia perfino meno fatica che a Monaco a trovare qualcuno che spiccichi due parole di inglese, però il campione è davvero ristretto e soprattutto limitato in larga parte alle grosse catene. Fra le persone incontrate a caso, invece, sempre al momento, sempre con beneficio del dubbio, la media sembra essere più o meno come a Monaco: non tutti lo parlano. In compenso non sembra esserci la stessa quantità di gente "appassionata" di quel posto chiamato Italia.

A Monaco, dovunque ti giri becchi qualcuno che ha studiato italiano, vedi un ristorante o una pizzeria dall'italianità moderatamente "fedele", scorgi un negozio che vende prodotti italiani. A Parigi i ristoranti italiani non mancano di certo, figurati (anzi, diciamo pure che ne è piena), ma mi sembra che siamo un po' meno "presenti". In particolare, vedo in giro molti meno biscotti del Mulino Bianco. La De Cecco si trova, però. Le cose importanti. E a proposito di cibo: ristoranti ovunque, tanta roba che mi sembra essere di qualità, ristorazione etnica fatta come si deve, con posti tipici che fanno una cucina più o meno fedele a quella che sostengono di proporre. In questo mi sembra si stia perlomeno bene come a Monaco, sicuramente meglio che a Milano. Cosa curiosa: è pieno di rosticcerie cinesi/orientali con piatti già pronti da scegliere a buffet, come non mi pare di averne mai viste altrove (soprattutto non così tante). Fanno cacare.

L'ottimo libanese a due passi da casa.

Già che si parla di cibo, parliamo di prezzi. Parigi costa. Sono l'ultima persona a voler perpetrare il mito secondo cui la Germania sarebbe un paese iper-economico, in parte perché non conosco la vita in tutta la Germania, in parte perché a Monaco non è per niente vero. La mia esperienza a Monaco dice che la vita, lì, costa bene o male come a Milano. Chiaramente immagino dipenda anche da come vivi e cosa fai del tuo tempo libero, ma in media, facendo una tara fra quel che costa di più e quel che costa di meno, a Monaco spendevo bene o male i soldi che spendevo a Milano. E Milano non è esattamente una fra le città più economiche d'Italia. Ecco, sono appena arrivato, vediamo con calma, ma la prima impressione è che a Parigi si spenda sostanzialmente il doppio. La prima impressione si basa su (1) affitto, (2) fare la spesa e (3) andare al cinema. Grazie al cielo non è il mio lavoro il motivo per cui ci siamo spostati a Parigi.

A proposito di cinema. Ce n'è una valanga. E oltre ai vari multisala e in generale ai cinema con gli spettacoli "nuovi", ci sono diverse sale che proiettano film del passato e ce n'è perfino una tutta dedicata ai classici del cinema d'azione. No, dico. Inoltre, mentre a Monaco ci sono i film doppiati e anche quelli in lingua originale a Parigi ci sono i film in lingua originale e anche quelli doppiati. Per un esempio sulla quantità, basta andare a questo indirizzo. La differenza non è solo quantitativa, è proprio elevata a sistema. Il sottotitolo è istituzionalizzato. A Monaco c'è qualche cinema che appiccica i sottotitoli, ma in genere vai e ti vedi il film inglesoide esattamente come è uscito in America o in Gran Bretagna. A Parigi, almeno da quanto ho visto e quanto ho capito, il film viene sottotitolato in francese, pensato per un pubblico francese che si vuole guardare il film in lingua originale. La conseguenza di questo è che se un film ha un personaggio che parla, che so, in turco e in originale è sottotitolato in inglese, qua levano i sottotitoli in inglese e mettono quelli in francese. Se c'è un personaggio che parla in francese, beh, levano i sottotitoli in inglese e basta. Fra l'altro, conseguenza di questo è il fatto che spesso i DVD hanno solo i sottotitoli in francese. Non sempre, ma spesso. Insomma, ho un motivo aggiuntivo per mettermi a imparare la lingua.

Inoltre c'è la flat. Paghi venti euro e spiccioli al mese per farti la tessera e vai al cinema quanto ti pare, nelle grosse catene e pure in una manciata di sale indipendenti. C'è pure la tessera per la coppia, che costa trentaqualcosa euro (e fra l'altro la seconda persona non è fissa, puoi andarci con chi vuoi, e puoi pure far pagare il biglietto ridotto a una terza persona). Ora, mi rendo conto che per chi magari va poco al cinema possa sembrare un prezzo esagerato, ma per me è la manna dal cielo, significa (1) risparmiare un sacco di soldi, anche considerando che di base qua il cinema non costa poco, come tutto il resto, e (2) probabilmente andare ancora di più al cinema, perché "Mh, non so se andare a vedere quel film, non mi convince... ma che me ne frega, tanto c'ho la tessera". A proposito: per il momento sono andato a vedere solamente un film, Rush, a uno dei centododicimila Gaumont Pathe che ci sono in città e che descriverei dicendo che sembra l'UCI. Non è un complimento. Bisognerà approfondire.

 No, niente, è che la linea Belin mi fa molto ridere.

Dicevo, la lingua. La parlo bene tanto quanto il tedesco (nel senso di "no"), però la trovo molto più comprensibile del tedesco, per ovvi motivi di somiglianza all'italiano. Sia a leggere che ad ascoltare, tendenzialmente, capisco quasi tutto quello che viene espresso, anche se magari mi perdo qualche dettaglio. Il che significa che davanti a un film come Rush, in cui ogni tanto qualcuno parla in francese e ogni tanto Niki Lauda parla in tedesco sottotitolato in francese, non ho avuto problemi. Certo, di fronte a un Bastardi senza gloria, le cose potrebbero farsi molto più complicate. Insomma, qua mi si sta toccando nell'intimo, potrei essere motivato. Anche perché c'è la questione fumetti.

Già lo sapevo, ma fa comunque una certa impressione vedere quanta importanza venga data ai fumetti e non solo come prodotti per bambini. Non è tanto la quantità di fumetterie - che comunque sono tante e, da quel che ho visto, molto belle - o lo spazio che viene dato loro da Fnac, è il fatto che entri in una libreria a caso e trovi esposti all'ingresso, assieme ai romanzi e ai saggi "seri", diversi volumi a fumetti. E non solo il roman graphique che se la tira, anche magari il paperback di Superman. Bello. Senza contare che c'è addirittura la via dedicata alle fumetterie, Rue Dante, in cui ancora non sono stato ma che, ehi, mi sembra già una bella idea solo a scriverla.

Fra l'altro, due settimane fa, durante il nostro primo weekend da parigini, quando ancora non avevamo una casa, girando per la metropolitana siamo incappati nell'onnipresente pubblicità del Paris Manga & Sci-Fi Show e la domenica ci siamo andati. Bello, anche se magari io sono un pochino fuori target, ormai, per una fiera quasi interamente dedicata a manga, anime e relativi gadget (cosa che comunque non mi ha impedito di spendere dei soldi fra una bancarella e l'altra). Però c'era uno stand sul retrogaming con delle console e dei giochi che mi hanno fatto sanguinare il cuore, c'avevo letteralmente le lacrime agli occhi. Poi ho visto i prezzi e mi sono allontanato fischiettando, but still. Comunque agevolo veloce documentazione fotografica.

Qua mi sembrava di essere alla fiera campionaria di Milano.

Per fortuna tutti i DVD avevano solo i sottotitoli in francese.

Il torneo di mahjong!

Kimono e altre giapponeserie.

L'angolo Babich.

 L'angolo Calcaterra.

L'angolo takoyaki.

L'angolo attori mediocri di telefilm che fanno autografi.

Poco sopra ho menzionato la Fnac. Qua vicino a casa ce n'è una particolarmente fornita, ci sono andato e ho trovato tutto quel che cercavo. Non era scontato, non mi posso lamentare. Nonostante questo, devo dire che, pure mettendo assieme Fnac e Darty, rimpiango fortissimo il Mediamarkt più grande dell'universo che c'è a Monaco. Non che ci vivessi, anzi, ci sarò andato cinque volte in due anni e mezzo, ma quando ci andavo, scorrere tutti quegli scaffali era divertente, così come era bello ritrovarmi nella sezione PC più grande del pianeta, con versioni "fisiche" di roba che non ti aspetteresti mai. In generale, comunque, i negozi della roba multimedialosa che piace a me, qua a Parigi (e soprattutto qua nel mio quartiere) non mancano. Non ho visto una quantità esagerata di Gamestop, in compenso vedo dappertutto negozi di una catena che si chiama Micromania. Ma insomma, non mi sembra ci sia particolarmente da esaltarsi, sotto questo punto di vista: tutto molto istituzionalizzato e sotto forma di catene, per di più con prezzi che "OK, compro online", anche considerando il rischio di ritrovarmi fra le mani roba che parla solo francese. A margine, la prossima settimana, nello stesso posto della fiera mangosa di cui sopra, c'è una roba che si chiama Paris Games Week e a cui immagino che farò un salto.

Già che si è parlato di catene, alla faccia della Francia super nazionalista, l'invasione a stelle e strisce è totale. C'è tutto: Subway, McDonald's, Burger King, Kentucky Fried Chicken, ovviamente Starbucks. Gli Starbucks, poi, sono dappertutto. È pazzesco. Ci sono più Starbucks nel mio quartiere qua a Parigi che in tutta Monaco di Baviera. C'è più densità di Starbucks per metro quadro che nella maggior parte delle città americane che ho visitato. La stazione di treni e metropolitana ne contiene due. Esci dalla stazione e te ne trovi uno davanti. Attraversi la strada e ce n'è uno dentro il centro commerciale. Vai a destra, cammini per cento metri e ce n'è uno enorme, su due piani, nella piazza lì vicino. Allucinante. Fra l'altro c'è anche Domino's Pizza. Non ho ancora avuto il coraggio.

La cosa ottima è che nella maggior parte di questi posti c'è il Wi-Fi gratuito. C'è anche in svariate stazioni della metropolitana e in altri luoghi pubblici. Inoltre, praticamente tutte le aziende telefoniche/internettare hanno hot spot dappertutto. Tipo, per dire, Free, che è quella con cui ho fatto l'abbonamento io, ne ha qualcosa come tre milioni. Pure da casa, ne becco uno. Tra l'altro sembra una presa per il culo: si chiamano Free Wi-Fi, tu li vedi, dici "Ah!", ti connetti e poi scopri che è una roba a pagamento. A proposito, l'internet: chiaramente non dipende strettamente da Parigi ma da dove ho trovato casa, però passare dalla gloriosa VDSL teutonica alla mediocre ADSL che ho qua è un po' deprimente. Anche se l'impatto è stato ammorbidito dal fatto che, dopo due settimane spese attaccandomi in tethering e correndo da uno Starbucks all'altro per scaricare episodi di telefilm, anche la peggior ADSL del mondo dà l'impressione di stare attaccati alla dorsale del paradiso. Comunque, ho fatto tutto con Free, mi ci hanno infilato dentro pure la televisione (che ha una valanga di canali, con tanto di PVR integrato, una decorosa programmazione in lingua originale, internet sulla TV, app assortite e perfino un gamepad nella confezione, casomai volessi acquistare la manciata di giochi supportati) e tutto sommato l'offerta mi sembra dignitosa. E poi il router e il decoder c'hanno il design di Philippe Starck, mica pizza e fichi! Detto questo, c'è la fibra ottica nel quartiere, bisogna aspettare che allaccino il palazzo, attendiamo fiduciosi.

 Il router che fa tendenza.

Ah, fra l'altro, la velocità/qualità dei servizi. Mh. Diciamo che su alcune cose 'sti parigini mi sembrano lenti/storditi stile Italia, ma insomma, d'altra parte non è che a Monaco lo stereotipo della Germania tutta precisina e super funzionante si sia rivelato esattamente veritiero. In compenso, a livello burocratico, i francesi, per il momento, mi sembrano ben più scopinculo precisini regoletti dei tedeschi, anche solo per darmi una cacchio di SIM. Poi, non so bene cosa c'entri ma non so dove altro infilarla: la questione carte di credito. Ai francesi - che per inciso usano ancora un sacco gli assegni - le carte di credito stanno antipatiche tanto quanto ai tedeschi, ma hanno risolto la cosa in maniera più intelligente. Mentre a Monaco trovare un negozio (e soprattutto un ristorante) che accetti carte di credito è più difficile che trovare un macellaio che non abbia il 90% dell'assortimento a base suina, a Parigi accettano le carte di credito più o meno dappertutto. Solo che non sono carte di credito.

Intendiamoci, accettano, per dire, Visa e Mastercard, e se hai una carta di credito Visa italiana la usi senza problemi e come al solito, ma le Visa e le Mastercard che ti fai qua non funzionano come carte di credito, sono carte di debito (o bancomat, se vogliamo). Nel senso che ti prendono subito i soldi dal conto. Funzionano perfettamente, eh! Ci compri su Amazon, per dire. Però paghi subito (o quasi, comunque non un mese dopo). A me, tutto sommato, la cosa non dispiace: penso sia più saggio spendere i soldi che hai, rispetto a spendere i soldi che avrai all'inizio del mese successivo. O magari non ci ho capito nulla, che può pure essere, ma che vi devo dire, ce l'hanno spiegata così. Ah, se ho capito bene, fa eccezione American Express: la loro è una carta di credito pure qua. Credo. Fra l'altro, a proposito di carte di credito, fun fact: l'edicola della metropolitana di non so quale stazione grossa in centro accetta il pagamento con bancomat/carta. E vende Empire. Quello inglese, dico. Sembra - ed è - una fesseria, però trovalo, in tanti altri posti, un edicolante che ti permette di pagare con la carta se non hai dietro spiccioli. E in generale trovalo, Empire, a Monaco.

Ad ogni modo, direi che possiamo chiudere qui. Ci sono sicuramente mille altre cose che potrei e vorrei dire, ma adesso non mi vengono in mente e, insomma, anche basta. Vi saluto con un bel copincolla di quanto scritto su Facebook a tema baguette.

"Hahahaahah cmq la cosa delle baguette uno pensa sia una battuta, lo stereotipo e invece escono davvero dalle fottute pareti. Ho scritto questo status, mi sono affacciato alla finestra e tac, passa uno con la baguette in mano e non solo: la solleva e la annusa voglioso. Hanno proprio un rapporto morboso, con 'ste baguette. La proprietaria dell'appartamento temporaneo dove stiamo in 'sti giorni ci ha fatto trovare un'ottima baguette sul tavolo. Da McDonald's c'è il McBaguette. Vai in giro e la gente ha in mano sacchi da dieci baguette. Sembra un film horror. Dal panettiere nessuno può sentirti urlare."

Quasi ventimila caratteri usciti così, come se niente fosse, durante una (ovviamente) piovosa domenica mattina. Mi sa che mi mancava, scrivere qua sul blog.

13 commenti:

I francesi son diventati più "amichevoli" dopo la batosta delle Olimpiadi assegnate agli inglesi... secondo l'opinione di molti l'han persa perché poco ospitali, puzzoni e antipatici! :P Da allora si son un po' più ammorbiditi. Su Rue Dante ti dico solo che c'è (o c'era) una fumetteria con un intero piano dedicato a Hugo Pratt, manco noi italiani abbiamo tanto amore verso i nostri autori quanto ce ne mostrano i francesi! Per quanto riguarda le fiere... in estate c'è il Japan Expo! http://www.japan-expo.com/en/ Thursday 03 July to Sunday 06 July 2014! ^^

Io i francesi li odio, li odio a morte. Ma questo post mi ha comunque fatto venir voglia di Parigi.

Lamentarsi su qualsiasi cosa fino a farsi scoppiare il cervello è lo sport più praticato dagli Italiani

Io invece odio gli Italiani che si sentono dei padreeterno e che non si vogliono adattare nai quando sono all'estero perchè pretendono che tutto il mondo sia Italia

Ma chi è che si sta lamentando e/o non si vuole adattare? Mi devo essere perso un passaggio.

Micromania è sempre di Gamestop, acquistata qualche anno fa quando c'erano numerosi punti vendita in Francia.

OK, questo spiega il fatto che sia in vita. :D

A me comunque continui a farmi venire voglia di abitare a Monaco :)

Mi hai lasciato con la curiosità di sapere quanto costa un biglietto del cinemas a Paris...

Al Gaumont in zona campi elisi ho pagato 11 euro di biglietto, a testa. E non era uno spettacolo in 3D. Poi era il weekend, magari in settimana costa meno e non dubito che i cinema indipendenti costino ancora meno, però capisci che per uno come me la tessera ha una convenienza MOSTRUOSA. :D

Si, giusto un filo... :D

Comunque vedrai tra qualche settimana come diventa bella Parigi con le luminarie di Natale. :O

compenso c'è una discreta quantità di belle figliole

o l'idea che non sei molto esigente in fatto di donne/ragazze, fai bene comunque, chi si accontenta gode

Se vuoi posso dirti che ci sono anche un sacco di parafanghi.

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