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29.5.12

Il dittatore


The Dictator (USA, 2012)
di Larry Charles
con Sacha Baron Cohen, Anna Faris, Ben Kingsley

Il dittatore è un film strano perché è strano per essere un film con Sacha Baron Cohen. È strano perché per la prima volta, al di là delle deliziose partecipazioni ad altre robe "non sue" come Hugo e Talladega Nights, Sacha crea un personaggio e lo infila in una commediola americana standard, con la sua struttura vista mille volte, con la sua Anna Faris che fa la scema ingenuotta e con tutte le svolte narrative che è lecito attendersi da film di quel genere, lieto fine incluso. Ma soprattutto, in questo film il protagonista interagisce quasi solo con attori che interpretano un ruolo e seguono una sceneggiatura, invece che con persone più o meno inconsapevoli di chi sia il demente che si trovano davanti. Insomma, Sacha Baron Cohen s'è imborghesito e s'è messo a fare i film normali, con un capo e una coda, che partono da un punto A, passano per l'inevitabile punto B e arrivano al prevedibile punto C. È un problema? Immagino sia una questione di punti di vista, e va pure detto che magari non aveva voglia di rischiare seriamente la vita andando in giro per New York a interpretare il dittatore mediorientale.

Nonostante questo, comunque, Il dittatore è un film divertente, che certo non ha la carica pazzesca dei precedenti interpretati da Cohen, ma ruota comunque attorno a un attore fantastico (o, comunque, fantastico nel fare questa cosa qui) e tutto sommato anche in questo caso poco interessato alla sequenzialità del racconto. Perché poi, sì, ok, c'è una storia da seguire, ma la cosa viene fatta mettendo in fila una scenetta via l'altra in cui dare sfogo a comicità e cattivo gusto. Ed è soprattutto quest'ultimo a dominare, in un film che, nonostante la sua "normalità", non rinuncia alla scorrettezza politica, al prendere in giro tutto e tutti senza farsi problemi e riuscendo nel mezzo anche a dire, o magari solo accennare vagamente, qualcosa di intelligente. E se penso che in questo senso dalle nostre parti ci si deve accontentare di Checco Zalone e siamo ridotti talmente male da doverci sorprendere per Che bella giornata e acclamarlo come gran rivelazione comica scorrettissima che non guarda in faccia a nessuno, oh, mi viene la depressione e mi viene pure da lodare oltremisura il meno graffiante dei film di Cohen. Vedi un po' come cambia tutto il metro di paragone.

Il film l'ho visto in lingua originale e, sinceramente, non capisco che senso possa avere guardarlo doppiato. Voglio dire, nei precedenti c'era comunque il gusto dello spirito completamente fuori di cozza, ma a un film "normale" con Sacha Baron Cohen, se levi pure le interpretazioni, levi mezzo divertimento. No?

2 commenti:

Ti consiglio di recuperare Ali G, sempre di Cohen: demenziale oltre ogni limite e sulla falsariga di questo in termini di narrazione; magari è un pò esagerato, ma personalmente mi ha divertito davvero molto. :)

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