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17.9.00

Venezia a Milano giorno per giorno


Alura. Prima giornata di tour de force sui film del festival di Venezia.
Premessa. Quest'anno è, se possibile, organizzato il tutto ancora peggio del solito. Fino a un anno fa era un'impresa titanica vedere tutto, ma per questioni di limiti fisici. Quest'anno, fra orari che si accavallano e ritardi vari, è impossibile punto è basta.
E vabbè...
Per fortuna ci sono parecchi film che escono di sicuro, per cui dovendo sfrondare salto quelli...




Prima giornata
Liam - Stephen Frears, GB (Premio per il miglior attore esordiente a Megan Burns)
Solito film inglese con operai disoccupati, conflitti religiosi, famiglie disgrazià, un pizzico di razzismo, un tocco di ironia e finale tragico. Anzi, solito film di Stephen Frears con tutto quello appena scritto. Si lascia guardare, ma nulla di che. Il Liam del titolo è il bimbetto della famiglia protagonista del film. Elargisce sorrisini simpatici a destra e a manca e balbetta di continuo. Un amore...
Ah, il premio per la ragazzina è sicuramente meritato.

Before Night Falls - Julian Schnabel, USA (Premio speciale della giuria al film e coppa volpi a Javier Bardem per la sua, effettivamente ottima, interpretazione)
Biografia dello scrittore cubano Reinaldo Arenas. Il regista è quello di Basquiat, ma il film, sebbene più lungo, è molto meno noioso. Probabilmente, come in tutti i film di questo tipo, c'è un po' di vero e un po' di romanzato, ma in ogni caso la storia scorre liscia e tranquilla, alternando momenti divertenti e drammatici senza un'oncia di patetismo. Simpatiche le apparizioni di Sean Penn, Michael Wincott e Johny Depp (quest'ultimo addirittura in due ruoli, la guardia carceraria maniaca sessuale e la drag queen dalle ampie capacità anali).

O fantasma - Joao Pedro Rodrigues, Portogallo
O questo film è una schifezza, oppure semplicemente non l'ho capito. Sta di fatto che la prima parte è praticamente un porno gay, con tanto di soffocone in primo piano per una ventina di secondi, mentre la seconda parte è il delirio del protagonista che va in giro inguainato in un completino sadomaso d'antologia a comportarsi come un cane. Boh...

Otesanek - Jan Svankmajer, Repubblica Ceca/GB
Versione filmica e modernizzata della fiaba omonima (in pratica una specie di pinocchio molto più incazzato, gotico e, soprattutto, carnivoro), questo film sembra uscito direttamente dalla capa di Jean-Pierre Jeunet (quello di Delicatessen, perlomeno). Grottesco, divertentissimo, totalmente fuori di testa e pure un po' horror. Bbbello.

Fils de deux meres ou comedie de l'innocence - Raoul Ruiz, Francia
Vacca eva, Otesanek è cominciato in ritardo e questo film non sono riuscito a vederlo...

Ah, giusto a titolo informativo, oggi davano pure, ma non ce la facevo con gli orari:
Dayereh (Il Cerchio) - Jafar Panahi, Iran/Italia
Che ho saltato perchè tanto è già fuori nei cinema, ed essendo stato premiato un po' ci rimane di sicuro.
Christus - Giulio Antamoro, Italia
Che vabbè, è un film vecchio restaurato e ho glissato...



Seconda giornata
La ville est tranquille - Robert Guediguian, Francia
Quattro/cinque storie apparentemente scollegate si intrecciano a formare un unico grande affresco. La formula è quella vista e rivista in tanti film (l'esempio più recente che mi viene in mente è Magnolia), ma qui è trattata con una sobrietà e una mancanza di, come dire, "spettacolino facile", notevoli. Ah, il regista è quello di Marius e Jeanette, da cui ha conservato entrambi gli attori protagonisti (molto bravi, soprattutto lei).

Uttara - Buddhadev Dasgupta, India
Film a metà fra la commedia e il dramma (cosa che capita abbastanza spesso in questa venezia) dalle atmosfere fiabesche. Gradevole, anche se l'impressione generale è di grande ingenuità.

La lingua del santo - Carlo Mazzacurati, Italia
Commedia assai divertente con Fabrizio Bentivoglio e Antonio Albanese nei panni di due ladri imbranatissimi. Scade un po' quando prova a diventare un film serio, coi monologhi del Bentivoglio narrante pregnanti di significato che manco il Kevin Spacey di American Beauty. Nel complesso (molto) divertente.

La monnezza
Serie di cortometraggi affidati a più o meno giovani registi italiani e sponsorizzati da telepiù e lega ambiente.
Mai titolo fu più adeguato. L'unico guardabile è quello di Giuseppe Piccioni con Margherita Buy, ma fa comunque cacare.

Jung (Giang) - Alberto Vendemmiati e Fabrizio Lazzaretti, Italia
Documentario sulla costruzione di un ospedale nel nord afghanistan, prodotto da Emergency con, fra l'altro, anche i soldi ramazzati da Ligabove e compagni l'estate scorsa. Temevo un mattone, viste anche le due ore di durata, e invece è molto interessante e per nulla noioso. Agghiaccianti le parti in cui si vedono i vari feriti in sala operatoria e non, soprattutto se si considera che sono quasi tutti bambini (stiamo parlando del film più splatter che ho visto negli ultimi anni). A dire il vero alcuni momenti danno un po' l'idea del costruito, col tizio di emergency che spara battute che manco George Clooney in ER, ma in generale direi che è un ottimo documentario.

Saltati che tanto escono o li ho già visti:
Il partigiano Johnny - Guido Chiesa, Italia
Space Cowboys - Clint Eastwood, USA
U-571 - Jonathan Mostow, USA
C'era pure la rassegna su Gassman, con quattro film da lui interpretati, ma vabbè...


Terza giornata
Thomas est amoreux - Pierre-Paul Renders, Belgio/Francia
Futuro non tanto lontano. Un tizio agorafobico non esce di casa (e non vi fa entrare nessuno) da 8 anni. Dopo un inizio di film in cui fa del cibersesso con una specie di supereva (^__^), ci si rende conto che tutto il film sarà visto tramite un monitor. Il monitor personale del tizio in questione è il suo unico punto di contatto col mondo esterno e tramite esso iddu intrattiene le sue (poche) relazioni sociali. Per cui tutto ciò che si vede nel film è quello che appare sul monitor. Senza fare tanti spoiler e stringando dico che il film è molto bello, divertente e godibile.

Zhantai - Jia Zhangke, Hong Kong
Che palle.
3 ore e 20 di cinema inutile.
La vita, inutile, di un gruppo di ragazzetti in un paesotto decrepito all'inizio degli anni '80.
Sequenza tipo: inquadratura larga su due persone, dialogo di una manciata di secondi, svariati minuti di silenzio.
Ma nei film orientali o si sparano o si guardano, vie di mezzo non ce ne sono?

Seom - Kim Ki-Duk, Corea
Sadismo e perversione in un villaggio di pescatori.
L'amore visto come possessione, dolore, viulenza, sangue.
Interessante più che altro per vedere fino a che punto riesce a spingersi la fantasia malata del regista (lasciamo stare quello che non fanno con gli ami da pesca i protagonisti).
Sarei curioso di sapere cosa pensano le varie associazioni di protezione animali del bel trattamento riservato agli stessi nel film...

Ledereen Beroemd! - Dominique Derudder, Belgio/Olanda/Francia
Commedia agrodolce su un padre di famiglia disposto a tutto, anche al rapimento, pur di far avere a sua figlia la grande occasione di diventare una star. Divertentissimo.





In ritardo, ma magari a qualcuno interessa ancora, posto le rimanenti impressioni sui film di Venezia.
Time And Tide
di Tsui Hark, Hong Kong
Tsui Hark gira a Hong Kong coi soldi della Columbia. Sottotitoli per i non udenti: John Woo, mi fai una sega.

Calle 54
di Fernando Trueba, Francia/Spagna
Un'ora e quaranta di jazz. Di ottimo jazz. Peccato si tratti anche di un'ora e quaranta di pessimo cinema...

I cento Passi
di Marco Tullio Giordana, Italia
La storia di Peppino Impastato, "figlio d'arte" mafiosa che, verso la fine degli anni sessanta, si rifiutò di seguire i passi del padre e si dedicò a manifestazioni e dimostrazioni, mise in piedi con degli amici una radio fatta in casa in stile Radiofreccia e si diede alla politica. Il regista di Pasolini - Un delitto italiano dirige con mano ferma un film dall'ottima sceneggiatura, senza scadere troppo nel sensazionalismo e nel manierismo tipici del genere mafioso, se si esclude l'orribile finale.

Due dollari al chilo
di Paolo Lipari, Italia
Interessante cortometraggio sul destino delle pellicole una volta che non vengono più utilizzate.

Programma di corti:
Afterwords
di Gianfranco Rosi, Carlos Martinez Casas & Jean-Sébastien Lallemand, Italia
O fantasma riassunto in 20 minuti. Due palle lo stesso.
Ferie - Gli italiani e le vacanze
di Gianfranco Pannone, Italia
Divertente montaggio di vari servizi d'archivio (istituto luce) sulle abitudini degli italiani in vacanza ai tempi del bianco e nero.
Saamueli Internet (L'internet di Saamuel)
di Riho Unt, Estonia
Cortometraggio realizzato in stop motion nel quale un contadino estone preso dalla febbre di internet si ritrova risucchiato nel suo stesso pc. Ci sono alcune situazioni divertenti, soprattutto per le parodie dei picchiaduro e le apparizioni dei Men In Black, di Dana Scully e di Bill Gates, ma in generale la noia regna imperante. Quando poi attacca la moralina basata sui più squallidi luoghi comuni in fatto di tecnologio il latte alle ginocchia sgorga copioso.
Standards
di Dan Boord & Luis Valdovino, USA
Una cosa strana. Noiosa, fra l'altro.

Freedom
di Sharunas Bartas, Portogallo/Lituania/Francia
96 minuti di paesaggi con una linea di dialogo ogni 15. Me ne sono andato dopo 40 minuti.

Der Krieger Un Die Kaiserin (Il guerriero e l'imperatrice)
di Tom Tykwer, Germania
Il regista di Lola Corre dirige la stessa bellissima protagonista in un film a metà fra la fiabetta e il polpettone. Splendido per due terzi, orrendo da lì in poi.

Moskva
di Alexander Zeldovich, Russia
Storie più o meno tragiche di una famiglia russa invischiata in traffici illeciti di denaro. Gran bel film, un po' lento in alcune parti, ma in generale molto bello.

Branca de neve
di Joao César Monteiro, Portogallo
Seguito apocrifo di Biancaneve e i sette nani, che ci racconta cosa è successo dopo. E' un film sperimentale, al 90% fatto di dialoghi su schermo nero. L'esperimento era anche interessante, ma la fame nera, il caldo insopportabile del cinema in cui lo proiettavano e la stanchezza incipiente hanno reso mooolto difficile la visione...

Placido Rizzotto
di Pasquale Scimeca, Italia
Perchè. Perchè la gente deve applaudire simili porcate? Solo perchè parlano di storie vere? Allora, siccome la tragedia narrata nel film è vera, automaticamente si passa sopra all'infima qualità della pellicola? Io non capisco. Capisco solo che Placido Rizzotto è forse il peggior film che ho visto al festival. Completamente inutile, saturo di tutti gli stereotipi, i luoghi comuni, il patetismo, le banalità che è possibile infilare in un film sulla mafia. Orrendo.

Suspicious River
di Lynne Stopkewich, Canada
Opera seconda della regista di Kissed (quel film, che mi sono perso, sulla tizia che faceva sesso coi cadaveri). Film morboso e inquietante, su una donna che lavora come portiere in un alberghetto di quelli tipici che trovi lungo la strada nei film americani. La tizia in questione fornisce "servizi" particolari ai clienti e, per forza di cose, finisce nelle mani della peggio gente. Pastrocchio registico senza capo ne coda. Finale a sorpresa (si fa per dire) ridicolo. Mah...

Possible Worlds
di Robet Lepage, Canada
Robusto film di fantascienza (ma non vi aspettate astronavi e simili, è più che altro la tematica ad essere fantascientifica) sulla teoria degli infiniti possibili mondi paralleli. Molto, ma molto, ma molto bello. Bravissimi i protagonisti Tom McCamus e Tilda Swinton.

Tilsammans
di Lukas Moodysson, Svezia/Danimarca/Italia
Dal regista dell'ottimo Fucking Amal, un film stupendo, divertentissimo e ottimamente diretto.

Scout Man
di Masato Ishioka, Giappone
Bel film pseudo documentaristico sul mondo dell'erotismo giovanile in giappone (locali, film porno e tutto quanto gravita attorno al sesso). Qualche lungaggine di troppo, ma in generale interessante, asciutto e privo di facili e accattivanti sensazionalismi.

Esperando al mesias
di Daniel Burman, Argentia/Italia/Spagna
Un film prodotto da Rai e Telepiù. Non mi sembra il caso di aggiungere altro.

Die Innere Sicherheit
di Christian Petzold, Germania
Un film totalmente inutile su una coppia di ricercati in fuga da anni che ha avuto l'ardire di mettere al mondo una figlia. Chiaramente finisce in tragedia.

Denti
di Gabriele Salvatores, Italia
Salvatores, dopo aver girato per sette volte lo stesso, mediocre film, prova a cambiare. Ora, al di là del fatto che a livello di tematiche non è che si sia allontanato poi tanto dai precedenti, i risultati sono, se possibile, anche peggiori. Leggendo le interviste scopro che il pelataccio voleva ottenere un'atmosfera allucinata, un effetto sgradevole e fastidioso. Beh, le solite immagini patinate, trendy, modaiole e ricercate, le pretese autoriali risolte in un paio di dissolvenze incrociate messe dove capita, l'orrenda fotografia, i canonici personaggini squallidi da avanspettacolo, mi hanno infastidito oltremodo. Una fetenzia.

The Cell
di Tarsem Singh, USA
Il regista di alcuni fra i più divertenti spot nike (Cantonà che fa orvuà) e del video di Losing my religion estrae dal cilindro una godibile cagatina. La storia va poco oltre il classico thrillerone shock ammerigano, pur proponendo tematiche interessanti come l'eutanasia. Purtroppo non ho gradito affatto ciò che più mi attirava del film: le sequenze oniriche ambientate nella mente dei protagonisti. Sebbene siano concettualmente molto interessanti, la messa in scena l'ho trovata esageratamente influenzata dalle fin troppo evidenti origini televisive di Tarsem, soprattutto per quanto riguarda la fotografia. Eppure ci sono delle cose molto buone, come gli splendidi costumi. Nel complesso non un film da buttare, ma neanche quel mezzo capolavoro di cui parlano in molti. Di sicuro non concordo sull'esaltamento di gente che parla di un nuovo Cronenberg.

The goddes of 1967
di Clara Law, Australia
Film "on the road" australiano, diretto da una cinese, con protagonista un giapponese (e un'australiana). Due ore di noia salvate solo dalle belle immagini. Irritante.

Sud Side Stori
di Roberta Torre, Italia
Sceneggiatura, fotografia, colonna sonora, umorismo straripante, tutto ciò che di buono aveva Tano da morire qui non c'è. Una squallida fotocopia mal riuscita con un paio di lampi divertenti (le apparizioni di Little Tony, più che altro) che di sicuro non salvano la baracca. Un'ora e mezza di soporifero nulla.

You can count on me
di Kenneth Lonergan, USA
Deliziosa ed emozionante commedia sulla storia di un fratello e una sorella. Un gran bel modo di chiudere la rassegna.

Che poi non è con questo film che si è chiusa, visto che il giorno dopo è stato aggiunto...
Brother
di Takeshi Kitano, Giappone
Non so se è il miglior Kitano come dicono alcuni, di sicuro lo trovo migliore dei precedenti che ho visto (Violent Cop, Hana Bi e Kikujiro). In ogni caso è bellissimo, senza dubbio fra i migliori del festival.
Fine.

 
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